Belfast
Per raggiungere la parte estrema a nord dell’Irlanda insieme a me, Daniele TxH_crew ed il viaggiatore solitario, c’è un pezzo da 90 di Goriano Sicoli: Mario. Sbarchiamo, per evidenti convenienze economiche di volo comunque a Dublino ma la nostra meta questa volta è Belfast che raggiungiamo comodamente in pullman nel giro di un paio d’ore. Tangibile al nostro arrivo è la presenza di bandiere inglesi lì dove solitamente è il verde con l’arpa a farla da padrone.
La direzione per una piacevole passeggiata, con una inaspettata mite temperatura, è quella del quartiere universitario dove ci attende il nostro ostello, incastrato praticamente tra le molteplici facoltà della zona. Giusto il tempo di rifocillarsi e subito il richiamo della scoperta la fa da padrone conducendoci, per una breve visita, alla Queen’s University che imponente si affaccia tra le strade della cultura di Belfast.
La fame sopraggiunge inarrestabile e cosa c’è di più caratteristico di un pranzo al Crown liquor Saloon? Questo è uno dei pub più ricercati della città e non può non essere la nostra prima meta in vista della sontuosa camminata che ci aspetta. La zona centrale la visitiamo finendo agevolmente ai piedi della City Hall, l’edificio civile sulla Donegall Square che tra le vie principali dello shopping ci conduce a Bank street dove finiamo la serata tra le danze scatenate allo Kelly’s Cellars pub che dal 1720 domina questa zona.
La mattinata seguente, energia incamerata dalla tipica colazione locale, inizia alla grande viste le molteplici attrazioni raggiungibili in taxi direttamente dal nostro ostello. Il primo immancabile sito da visitare è l’imponente, patrimonio dell’unesco dal 1986, Giant’s Causeway, “occhi del gigante”, un selciato di 40000 colonne la più alta delle quali di 12 metri, dislocato sulla Caseway Costal Route nella contea di Antrim.
Una volta presa confidenza con il “Gigante del nord”, proseguendo in direzione est si trova il famosissimo quanto oscillante ponte di corda di Carrick-a-Rede sospeso vertiginosamente sul mare. Il secondo obiettivo del nostro viaggio, probabilmente quello che ci ha spinto fino a Belfast è la voglia di immergerci nella periferia della città alla scoperta di uno dei pochi muri divisori tra quartieri presenti ancora in Europa. I due quartieri divisi sono quello protestante e quello cattolico, scenari dei Troubles (disordini) che dal 1960 alla fine del 1990 hanno provocato 3000 vittime.
Consigliamo il tour in taxi, per vivere al meglio i due quartieri, con i pittoreschi tassisti che puntualmente spiegano, secondo il loro punto di vista, come sono andate le cose in quegli anni. Sia la parte cattolica che quella protestante sono contraddistinte da murales che riproducono personaggi di spicco delle due opposte fazioni che per anni si sono date battaglia ai piedi di quel muro spinato che ancora taglia in due quella parte di città. Il nostro giro tra i murales comincia comunque con quello che ancora oggi è considerato uno dei personaggi di spicco della città…George Best.
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Tra le giganti rappresentazioni sui muri periferici di Belfast uno dei più suggestivi sicuramente risulta essere quello di Bobby Sands, giunto in fin di vita per il famoso sciopero della fame che durante gli anni degli scontri provocò la morte di giovani Irlandesi che combatterono fieri per il loro Ideale. Divertimento e commozione dinnanzi ai scenari dei Troubles hanno scandito i nostri giorni nel Irlanda del Nord, torniamo provati ma sicuramente con grande soddisfazione dopo aver portato il nostro saluto al quinto Beatles.